Tora e Piccilli (CE) – Torre di Tora

La più antica attestazione del toponimo Tora è in un documento di Montecassino del 745 anche se resta dubbia l’identificazione del luogo come in altri documenti del X secolo. Il sito attuale appare come un feudo nel Catalogus Baronum (1150-70) intestato a Polido de Thora; nello stesso documento è citato, il milite Hector de Thora, barone di Riccardo de Aquila conte di Calvi e Teano. Quindi, si può solo supporre che, a controllo e per trarre vantaggio dal vicino asse viario dell’antica via Latina, già nella tarda età longobarda esistesse una curtis. Per contro, in età normanna (sec. XII) è attestata con certezza l’esistenza di un borgo di cui l’attuale conserva il nome e la struttura. Infatti, tipica della fase dell’incastellamento normanno è la disposizione anulare degli edifici intorno a una torre – mastio posta all’apice di un colle, spesso già molto ben difeso per la presenza di dislivelli naturali. Forse in origine si ebbe un recinto di sole palizzate e sbarramenti in legno, a difesa della torre, di una chiesa (S. Maria Veteres?) e di qualche abitazione. Probabilmente, già in età angioina fu realizzata la cinta muraria con torri quadrate e fortificato un accesso al borgo ai piedi della chiesa di S. Simeone. I passaggi del feudo dai Galluccio (sec. XIII-XIV), ai Marzano (sec. XV) ai Fieramosca (1504-1505), di nuovo ai Galluccio (forse già dal 1505) sono parzialmente leggibili nelle strutture superstiti della torre e del borgo. Alla fase del dominio del Marzano si possono attribuire i resti già proto-rinascimentali (arco acuto e capitello) della residenza a fianco della torre. La torre, a pianta quadrata di circa 9 m di lato, con forte scarpa e quattro livelli attuali raggiunge i 25 m ma, come attestato anche da fotografie di inizio secolo XX, era più alta, almeno di un altro piano.

Testo: Pietro Di Lorenzo