Piedimonte Matese (CE) – Chiesa dell’Annunziata

La tesi della fondazione altomedievale della chiesa dell’Annunziata, proposta dal Trutta (1776), è ancora oggi priva di prove documentali e materiali (architettoniche o artistiche). Più probabilmente, la chiesa dell’Annunziata sorse, forse, nel corso del XIV secolo, come in molti altri centri della Terra di Lavoro. A quel periodo, infatti, risale l’affresco frammentario (Crocifissione) ritrovato nel 2004 sulla parete di fondo del coro (al di sotto della grande tela). Il documento più antico che attesti l’esistenza come Parrocchia è del 1417; nel 1719 l’Annunziata divenne collegiata. La struttura attuale dell’edificio è sostanzialmente dovuta ai lavori terminati nel 1640.
La facciata a capanna è tripartita da lesene e decorazioni in stucco. Il portale maggiore è affiancato da colonne su alti plinti (recanti gli stemmi dell’AGP) e sovrastato da un nicchia. Un elegante raccordo a volute collega la parte centrale della facciata (in cui si apre una grande finestra, con quelle laterali; alle estremità del cornicione marcapiano sono due pinnacoli a forma di obelisco. Il campanile, aperto da un ampio varco stradale al piano terraneo fu completato nel 1694. Nel 1616 il complesso fu affiancato da un ospedale, fondato e gestito dalla confraternita dell’Annunciazione, grazie a cospicui lasciti di privati. Nel 1691, uno stabile attiguo alla chiesa divenne sede del Seminario, oggi è Palazzo Vescovile.
L’interno della chiesa è a tre navate, scandite da 5 archi per lato e voltate a crociera. Le volte e le pareti sono ricoperte di stucchi; Le navate laterali ospitano in ogni crociera un ricco altare. Sia le navate laterali sia la navata maggiore terminano in spazi a pianta quadrangolare. Quelli delle navate sono adibiti a cappelle: a des. è dedicata all’Annunciazione (bellissima macchina lignea dorata e tela del toscano G. Balducci, 1599). La navata principale mostra sull’arco del presbiterio un altorilievo in stucco raffigurante l’Annunciazione (forse P. Lamberto, 1735, autore anche delle altre decorazioni a stucco della chiesa). Alle spalle dell’altare maggiore è il coro dei canonici con stalli in legno (A. Giordano, Napolil, 1748) e affreschi alle pareti con scene della vita della Vergine (A. Cipullo, 1730: a des. “Nascita di Maria”; a sin “Visita ad Elisabetta”; volta “Assunzione”). La grande tela della parete di fondo raffigura le “Nozze di Cana” (N. M. Rossi, 1732). Nella navata sinistra sono (dall’ingresso): il fonte battesimale (formato da capitelli di spoglio) ed un polittico di Balducci (Madonna col Bambino e i santi Carlo Borromeo e Sisto); il Crocefisso dipinto sovrapposto ad una tempera su tavola (sec. XVII); la statua di S. Stanislao Kotska (sec. XVII); l’altare della Madonna della Libera (1744); la “Natività” (G. Imaparato, 1605) in ricchissima macchina lignea dorata. Nella navata des: “Madonna con Bambino e i Santi Rocco e Francesco” (A. Alberti da Borgo Sansepolcro, 1580 circa); “Ultima Cena” (S. Papa, prima metà sec. XVII); tela con “San Girolamo” entro ricca cornice lignea (forse G. A. D’Amato, fine sec. XVI); “I figli di Zebedeo” (Balducci, 1608). La cantoria, riccamente intagliata (1750), ospita l’organo coevo.

Testo: Pietro Di Lorenzo