Maddaloni (CE) – Chiesa di S. Margherita

La chiesa è menzionata per la prima volta nel 1323 (de Sivo, 1865, nelle correzioni), quindi nelle Rationes Decimarum del 1326-1327 (ma senza specifica del luogo) e poi nel 1509 (anno in cui fu annessa al capitolo). L’architettura, ancor più dopo il recente restauro, mostra interessanti elementi gotici che confermano l’ipotesi una erezione nel Trecento. Giacinto De Sivo (1865) ipotizza l’esistenza di una struttura originaria ad unica navata con due cappelle a volta verso la parete Nord della navata stessa. Originariamente l’altare maggiore era ad Est, avanti il Cappellone. Alla primitiva chiesa gotica risalgono un grande portale archiacuto, strombato e con un architrave ad arco ribassato, i resti delle finestre e del portale più piccolo esistenti nel fianco della chiesa lungo la strada. Nel corso del 1700, la chiesa gotica fu trasformata, ribaltandone l’orientamento, voltando a cannucciate la navata unica, rifacendo decorazioni ed altari. Alla stessa epoca può farsi risalire il campanile, che affianca l’attuale ingresso, a tre ordini, classicamente disposti, culminante in una cuspide maiolicata. Delle opere citate dal De Sivo solo alcune sopravvivono (partendo dal primo 1° altare appena a sinistra dell’ingresso): tra esse notevoli il barocco S. Giuseppe con bella cornice coeva, la successiva grande cona con macchina lignea datata 1648 (Madonna del Rosario e santi) e, sull’altare maggiore S. Margherita, tela attribuita a Pompeo Landulfo (fine sec. XVI) ma solo se anticipata alla sua fase giovanile). A destra dell’ingresso attuale, timpanato e di modi neoclassici ottocenteschi, si apre il cappellone gotico, aperto sulla navata da un grande arco trionfale ogivale. I lavori, datati al 1408 grazie alle chiare iscrizioni dipinte, presentano una tra le più importanti, anche perché rarissime, testimonianze in Campania della pittura ai primi del sec. XV, ancora conservate nel loro contesto architettonico originario. Il ciclo fu commissionato da un notabile di nome Masello Guerra, raffigurato ai suoi piedi dell’Arcangelo Gabriele con il cartiglio descrittivo recante il suo nome e la data. . La volta è a crociera con costoloni ed è decorata con affreschi raffiguranti i quattro Evangelisti e i quattro maggiori Dottori della Chiesa. Sulla parete di fondo è una grande e popolata Crocifissione, sormontata da una lunetta raffigurante il Salvatore in una mandorla, ai cui lati sono la Vergine Annunciata a destra (in un tempietto già di spirito rinascimentale per il gusto nel riuso dei capitelli) e l’Arcangelo Gabriele a sinistra. Altri affreschi ricoprivano le pareti laterali della cappella; ne sono visibili ancora delle tracce al di sotto dell’intonaco che li ha in parte ricoperti. Sulla parete sinistra, in alto, sono visibili tre ritratti raffiguranti papa Eugenio IV tra due cardinali. Al di sotto di essi, in caratteri gotici, sono dipinte le indulgenze di cui godeva la cappella, dedicata a S. Leonardo. Poco più in basso in una nicchia un affresco raffigurante il Sacrificio Eucaristico nella Messa, con ai lati a sinistra S. Lorenzo e a destra S. Leonardo. Sulla parete opposta è un Crocifissione con la Vergine Maria e San Giovanni, trecentesco.

Testo: Pietro Di Lorenzo [novembre 2018]