Maddaloni (CE) – Chiesa collegiata di San Pietro apostolo

Solo come suggestioni si possono accogliere le osservazioni di de Sivo che ritiene la chiesa indizio della precoce diffusione del cristianesimo a Calatia (per mano dell’apostolo Pietro) anche per la collocazion nel rione “Giudecca”. Definitivamente relegata a pia leggenda l’esistenza di Augusto vescovo, come evidenziato per primo da Guadagno, il primo vescovo noto di Calatia fu Alderico che sottoscrisse la bolla di Gerberto, arcivescovo di Capua, per la delimitazione della diocesi di Caiazzo nel 979.

La prima attestazione della chiesa di San Pietro è nella bolla di Senne, a delimitazione della diocesi di Caserta nel 1113. L’orientamento della chiesa è molto distante da quello est – ovest della vicina ma certamente precedente chiesa di San Martino, forse imposto dalla curvatura della via. La chiesa è citata nel privilegio di Alessandro III del 1178, nelle decime del 1308 – 1310 e in una concessione dell’abbazia di Montevergine del 1346. Nel 1402 davanti la sua porta si riuniva in «sedile» la locale università, segno della valenza anche civica del luogo, come rileva de Sivo, sulla scorta di un documento. L’erezione in collegiata decisa nel 1509 dal vescovo Petrucci, fu confermata nella bolla di papa Giulio II del 1512.

La facciata è a capanna, appena ingentilita dal profilo curvo della voluta che collega la facciata della navata principale a quella destra. Il campanile interrompe la simmetria della facciata: probabilmente la sua struttura è ancora quella medievale (si veda la monofora), con cella campanaria dal coronamento ottagonale. Il che potrebbe indiziare una chiesa medievale originariamente a navata unica o a tre navate ma di minore dimensioni.

L’interno è a tre navate su pilastri, con sei cappella per lato, coperte da cupolette. Fu restaurato e ridecorato nei primi decenni del Settecento, come attesta la lapide che ricorda la ri-consacrazione del 1733 da parte del vescovo di Schinosi.

Altre memorie settecentesche sono l’imponente coro ligneo del 1705 nel presbiterio, la lapide tombale di Stravino (1714), la tela dell’Annunciazione (ispirata ai modelli di de Matteis, 1700 – 1750 circa), la Madonna con Bambino tra i San Nicola e San Liborio (N. Cacciapuoti, 1740 – 1760), gli altari marmorei delle cappelle (4a cappella a sinistra dedicata all’Immacolata, 6a a destra del Purgatorio).
Bellissimo l’altare maggiore , in marmo, che è del 1750; originariamente in Napoli nella cappella dell’Immacolata della chiesa del Gesù Nuovo (Trinità Maggiore), secondo de Sivo fu portato nella cappella Carafa nell’Annunziata nel 1769 e trasferito in San Pietro per l’acquistato dai canonici di San Pietro nel 1820.

Importantissime opere d’arte sono le tavole rinascimentali e manieristiche: Santa Caterina (attribuita a Francesco da Tolentino, 1520 circa) e Consegna delle chiavi a San Pietro (Giovan Battista Lama, forse 1570 – 1580).

[testo e fotografie: Pietro Di Lorenzo, giugno 2021]