Recale (CE) – Chiesa oratorio di Santa Maria del Suffragio

 

La confraternita di Santa Maria del Suffragio (o forse più propriamente di Santa Maria dei Sette Dolori o della Beata Vergine Addolorata, come è ricordata in un decreto di accettazione di un lascito del 1840) in Recale è nota dal 1652. Come per la gran parte delle confraternite laicali della diocesi di Caserta, probabilmente fu incardinata in un altare della contigua chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, nota sin dalla bolla di Senne del 1113. La confraternita di Recale ottenne l’approvazione dello statuto con Regio Decreto del 18/9/1792, in esecuzione del concordato del 1741 (che prevedeva la costituzione solo dopo il regio assenso) e sfruttando la sanatoria prevista dal real rescritto del 28 giugno 1776, per le confraternite già esistenti. L’altare fu riconosciuto “privilegiato quotidiano perpetuo” nel 1896.

L’erezione dell’aula di riunione e di culto dei confratelli laici si deve far risalire al 1732, anno da cui inizia la documentazione storica conservata nell’Archivio Storico della Diocesi di Caserta. L’edificio è a pianta rettangolare disposta ortogonalmente a quella della chiesa parrocchiale, immediatamente contigua, e si colloca al termine del sagrato, stretto e lungo. La struttura della facciata è a capanna, coronata da un timpano triangolare e delimitata da due paraste lisce appena staccate dal termine della facciata e terminanti in capitelli tuscanici. Il portale ha una cornice in stucco liscio sormontata da un piccolo timpano triangolare. Sulla destra della facciata si innesta il campanile, a pianta quadrata, che si eleva di due volumi al di sopra della stessa. La più antica delle due campane è datata 1880.

L’interno è una unica aula rettangolare, coperta a volta ribassata incannucciata, divisa in tre campate da nervature e paraste in stucco che incorniciano anche i tre grande finestroni per lato. Le decorazioni indiziano una datazione verso gli anni 1780 – 1790 piuttosto che verso il 1732, anno della costruzione ricordato dall’iscrizione nel cartiglio posto come chiave dell’arco di accesso al presbiterio. Il cartiglio reca anche la citazione “gemitus matris tue ne obliviscaris” (Siracide, 7, 29) [Non dimenticare il pianto di tua madre]. Le raffigurazioni dei tre ovali della volta (cuore trafitto, monogramma mariano con l’iscrizione “S. Maria del Suffragio” e coppia di scapolari) sono coevi e della stessa mano (Raffaele Iodice, 1924) che realizzò gli affreschi nella vicina chiesa parrocchiale.

Il presbiterio è quadrato ed è anch’esso illuminato grazie ad una finestra rettangolare. Alle pareti laterali sono due grandi ovali sovrastati da un nastro, il tutto in stucco: recano due croci processionali nude, quella di sinistra con i simboli della passione, che ha sostituito quella settecentesca in argento documentata nel catalogo. Sulla parete di fondo spiccando due nicchie e la cornice in stucco timpanata. Nella cornice è la grande tela con la Crocefissione di Cristo, la Vergine trafitta dalla spada, la Maddalena, San Giovanni e le anime del Purgatorio che Ruotolo data al 1700 – 1724. Nella nicchia sinistra è la statua dell’Addolorata, rappresentata nella tradizionale iconografia (abito nero con decorazioni dorate), della prima metà del 19° secolo.

In controfacciata è la cantoria, sorretta da due pilastri e tre archi che delimitano un atrio interno. Conserva una cassa di organo (1740-1760) di bottega napoletana.

[testo e fotografie: Pietro Di Lorenzo, giugno 2021]