Gioia Sannitica (CE) – Castello

Il castello di Gioia Sannitica sorge sulla sommità di un picco calcareo posto a m 561 s.l.m., discosto dalle pendici del Matese, al di sotto di M. Monaco. Il sito domina per sua natura tutta la valle settentrionale del Volturno ed i percorsi che portano alla pianura campana. Per questo motivo, probabilmente, ebbe un insediamento sannitico. La prima citazione nota è nel Catalogus Baronum (1150-1168). Abitato fino alla peste del sec. XVI, l’intero insediamento fu in breve tempo abbandonato definitivamente a favore dei casali oggi esistenti. Più propriamente, il castello di Gioia è un vero e proprio borgo, cinto da una cortina di mura verticali, tipicamente medievale e solo parzialmente aggiornata nelle difese inserendo tra le feritoie qualche bocca da fuoco (forse dopo il grande terremoto del 1456). L’intera cinta era percorsa da un camminamento a giorno, impostato su travate in legno, delle quali si leggono i fori di ammorsamento alla muratura. Le mura recingono il colle sui lati Est, Nord ed (in parte) Ovest, sfruttando, per il lato a Sud, il profondo orrido naturale. La cortina, dal perimetro a forma quasi triangolare, è interrotta da tre torri (di grande interesse quella lanceolata, forse la più antica, all’estremità N-E, le restanti a pianta circolare) e da spigoli acuti. La porta di accesso al borgo, oggi ricostruita ad arco, immette in una strada che lascia alla sua destra un pianoro (di superficie pari a circa metà della superficie dello spazio recinto), occupato dai resti delle case (disposte secondo un reticolo grossomodo rettangolare orientato NO-SE). La strada piega sulla sinistra, seguendo le mura esterne per raggiungere, dopo un ripido declivio, il castello vero e proprio. Si tratta di un complesso edificio a pianta trapezoidale, in cui si identificano almeno tre fasi. Quella più antica (probabilmente normanna) è relativa alla base prismatica, a pianta quadrata, su cui si eleva il mastio circolare (cui si accedeva mediante una porta-finestra al primo piano grazie ad un passerella poggiante sul corpo accessorio immediatamente postole di fronte). Ad una fase successiva (forse gotica), risale la configurazione del recinto della corte alta, a trapezio, cui si accedeva da una porta (munita e difesa da una torre quadrata) che conserva tracce di una volta a crociera ogivale. L’ala ad Est (il cui basamento è a scarpata) fu sicuramente rialzata, restaurata o costruita ex-novo, in età successiva (forse dopo il sisma del 1456), su tre livelli, separati da orizzontamenti piani in travi di legno, il terzo dei quali aveva luce da una serie di strette monofore allineate, direttamente aperte verso l’esterno. Questo prospetto affaccia su un piccolo pianoro sul quale spicca l’elevato della torre a pianta a mandorla della cinta muraria esterna.

Testo: Pietro Di Lorenzo