Cimitile (NA) – Villa Lenzi

L’origine del complesso di Villa Lenzi si deve alla volontà di Annibale Loffredi che nel 1587 finanziò i lavori di erezione della struttura (ai margini del centro abitato di allora e lungo la strada verso Avellino) e la donò ai Frati Minimi di San Francesco di Paola. Il convento, ampliato e migliorato nel 1675 e nel 1685 (affreschi di Antonio Vecchione), fu danneggiato dalle truppe francesi nel 1799 e soppresso nel 1809. Passato al Demanio, fu acquistato nel 1870 dall’on. Michele Rossi che lo destinò alla lavorazione del baco da seta. Alla sua morte lo lasciò ai figli del suo socio in affari, Gaspare Lenzi, ai cui eredi appartiene ancora oggi. La villa ospitò il quartier generale delle truppe anglo-americane durante la seconda guerra mondiale. Dell’originario convento (interamente realizzato all’atto della fondazione) resta pressoché intatto il chiostro (ad arcate su 22 pilastri, che chiudono solo parzialmente il quarto lato); altre parti furono trasformate per le esigenze lavorative e residenziali (eliminazione delle celle del dormitorio per creare un unico ambiente, soprelevazione dell’ala meridionale, trasformazione del campanile in una torre ispirata nelle forme a quella con beccatelli già presente all’estremità occidentale della facciata). La chiesa, mai completata per il dissesto finanziario del committente, è sostanzialmente conservata immutata. Dell’originario progetto a tre navate fu realizzata la sola area presbiteriale, come si nota dalla facciata, costituita da un semplice muro in tufo aperto dal portale e da un finestrone e segnato dall’imposta dell’arco di quella che sarebbe dovuta essere la volta della navata. Dopo il 1737, fu rifatta la cupola, il coro, gli infissi, le vetrate, il pavimento maiolicato (1747), gli altari e la decorazione a stucco su disegno di padre Antonio Zuccaio. Da segnalare i pregevoli stucchi, l’altare di S. Giuseppe, l’altare maggiore in marmi policromi, i dipinti raffiguranti S. Pietro di Alcantara, S. Francesco di Paola, S. Francesco di Sales, e tre tele con episodi della Passione di Gesù.

Testo: Pietro Di Lorenzo