Calvi Risorta (CE) – Convento dei Padri Passionisti

La diocesi di Cales, ovviamente con sede nella attuale Calvi vecchia sulla grande rupe tufacea attraversata dalla via Casilina, è citata per la prima volta nel 499. Però si è conservata la lista dei vescovi succedutesi sulla cattedra calena solo da XII. La diocesi nel 181 fu unificata a quella di Teano. Oggi la cura parrocchiale è nelle tre frazioni di Zuni, Visciano e Petrulo. L’attuale edificio prende le mosse dalla volontà, espressa nel 1721 da Mons. Francesco Positano, dei Marchesi Mariscotti di Amalfi, di dotare la diocesi di un Seminario. A quella data, egli acquistò un terreno nei pressi dell’antica cattedrale di Calvi vecchia ed i lavori (di cui quell’edificio oggi superstite può solo ricordare pallidamente l’impegno anche economico) furono conclusi nel 1727. Infatti, proprio in quell’anno Benedetto XIII di ritorno a Roma, ne benediva l’ultimazione All’origine dell’edificio, oggi sede dei Padri Passionisti, fu la necessità di fornire ai seminaristi anche una sede estiva, d’aria più salubre, ove trascorre insieme il tempo. Prassi voleva, infatti, che i giovani fosse inviati a Pignataro in locali presi in affitto. Così, nel 1757 i caleni offrirono a loro spese a mons. Giuseppe Maria Capece di Zurlo, di provvedere all’acquisto di un suolo al centro delle tre frazioni e di promuovere la costruzione di un nuovo seminario che tutelasse i giovani dai rischi della malaria. All’edificazione contribuì anche il barone di Calvi, Luigi Zona, con una donazione di terreni. I lavori continuarono a rilento sia per la nomina del Zurlo all’arcivescovado di Napoli e per la conseguente lunga vacanza della sede calena, sia per i disordini della Rivoluzione Partenopea e per l’anticlericalismo del regno Bonaprtiano e Murattino. Edificata interamente era allo stato solo la fronte verso mezzogiorno. L’unificazione a Teano pose definitivamente la parola fine alla vicenda costruttiva, che ebbe una piccola ripresa solo sotto il vescovo D’Avanzo. Il suo successore, d’accordo col Barone Girolamo Zona, riuscì a riprendere i lavori e a portarli a compimento, sostanzialmente nelle forme attuali solo negli anni finali del 1800. L’ultimazione della cappella fu dovuta a Mons. Albino Pella (1908-1915). Ma il mutamento dei tempi rendeva orami spopolato il grandioso edificio caleno così che se ne decise la soppressione. Il terremoto della Marsica del 1915 creò le premesse per il trasferimento prima temporaneo poi definitivo dei padri passionisti nella sede attuale che solo nel 1925 vi si insediarono definitivamente con la benedizione papale.

Testo: Pietro Di Lorenzo