Arienzo (CE) – Chiesa Arcipretale di S. Andrea Ap.

La chiesa di Sant’Andrea è documentata già dal 1151. Nel 1585 alla sua parrocchia fu assegnata la cura di tutti gli abitanti della Terra Murata e del territorio a settentrione fino a Rosciano. Nel 1722 fu elevata alla dignità di Collegiata (22 canonici e 8 mansionari) da papa Innocenzo XI; conobbe un momento di particolare splendore durante l’episcopato di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (vescovo di Sant’Agata, alla cui diocesi Arienzo appartenne fino al 1855) che abitò dal 1766 al 17875 l’attiguo palazzo vescovile. La chiesa, rimaneggiata più volte (l’ultima nei primi decenni del XX secolo), su una struttura manieristica, presenta ancora la veste decorativa tardobarocca settecentesca. La facciata, settecentesca, è tripartita da lesene e lascia intuire la struttura dell’interno, a croce latina, a tre navate (la maggiore con volta a botte ribassata, le laterali con finte cupole ribassate), divise da quattro archi su pilastri, con cupola sulla crociera e presbiterio quadrato. Di grande interesse le opere d’arte conservate: il fonte battesimale (sec. XIV), le sculture lignee dorate e dipinte del ‘500 (S Andrea, S. Pietro, S. Paolo, la Madonna delle Grazie), del ‘600 (S. Biagio, Madonna col Bambino) e del ‘700 (Crocifisso); il pulpito intarsiato (sec. XVII), il coro ligneo (1730). Il campanile, a base quadrata, su tre livelli, probabilmente è rinascimentale. Affianca la chiesa la Congrega di Maria Santissima delle Grazie, sorta prima del 1534, ma ricostruita nelle forme attuali forse dopo il terremoto del 1528. L’ingresso è sia dell’esterno sia dalla grande arcata che comunica direttamente con la chiesa. L’interno della congrega è a pianta centrale, coperta da cupola emisferica (cornici in piperno alle finestre e come marcapiani), con abside (coperta a calotta, forse settecentesca, a giudicare) opposta all’ingresso dalla chiesa. Interessanti gli affreschi: prima del 1583 (Giudizio Universale, pennacchi e cornici architettoniche decorate), nel 1602 (Madonna delle Grazie, sacrestia), ai primi decenni del ‘600 (Opere di Misericordia), nel ‘700 (resti di quadrature architettoniche sulla parete verso la chiesa).

Testo: Pietro Di Lorenzo