Amorosi (BN) – Chiesa di San Michele

Amorosi è posta su un piccolo rilievo prossimo ad uno storico guado del Volturno (documentato già dalla Tabula Peutingeriana sulla strada da Capua a Telese per Caiatia, in prossimità dell’incrocio con la via Latina). La sua importanza strategica probabilmente consentì la persistenza di un piccolo abitato dall’Antichità all’Alto Medioevo. Proprio alla radicata presenza della cultura longobarda (di cui l’arcangelo guerriero Michele fu il santo nazionale) lascia pensare la titolazione della chiesa. Ma se la citazione del feudo (come baronia) appare sin dall’età normanna, è solo dal 1308 che si ha notizia della chiesa. L’attuale aspetto è sostanzialmente quello tardobarocco (realizzato dopo il terremoto del 1688, completato nel 1730), pur rimodernato superficialmente nelle decorazioni esterne ed interne ai primi del Novecento (1903), come appare chiaro dalla struttura della facciata (portale tardorinascimentale e volute e pennacchi in tufo) dai contrafforti della navata visibili sul fianco e dal campanile dal caratteristico cupolino a pera, maiolicato (1742). L’interno è a navata unica, con volta a botte decorata con stucchi mistilinei, transetto non sporgente e finta cupola sul presbiterio. Sopra l’altare maggiore è la tela con S. Michele che sconfigge Satana, con l’Immacolata, lo Spirito Santo e l’Eterno Padre, di Decio Frascadore (1691-1772), inserita in una fastosa cornice barocca. Alle testate del transetto, che è allineato alle cappelle, sono due altari in pietra rossa di Dragoni, con altrettante tele settecentesche (Dottori della Chiesa e Santi adorano e meditano l’Eucaristia e il Corpo di Cristo, a dex; Madonna del Rosario  coi santi Lucia, Caterina da Siena, Domenico e Antonio, con quadretti dei Quindici Misteri, a sin), anch’esse contornate da ricche cornici. Quattro archi per lato articolano la navata e ospitano altrettante cappelle, alcune delle quali conservano tele settecentesche (Madonna delle Grazie, Addolorata).
Testo: Pietro Di Lorenzo