Sant’Agata de’ Goti (BN) – Convento di S. Francesco

La lapide secentesca del chiostro ricostruisce le vicende di fondazione della prima comunità francescana (1222, ove era la cappella di S. Francesco Vetere, fuori dal centro murato, ad oriente). Essendo i frati molestati da ladri e da banditi, poco dopo ottennero un terreno dentro le mura, acquistato dal papa Clemente IV, sul quale sorse la chiesa attuale (1282) di cui restano alcune delle monofore gotiche originarie murate sulla parete verso il chiostro. La chiesa fu restaurata e modificata, principalmente durante il Settecento. Il Convento, soppresso già nel 1809, divenne, come l’annessa chiesa, di proprietà del demanio; oggi nel Convento è la sede del Comune e la chiesa è affidata alla congrega del Rosario. L’interno della chiesa è a navata unica, con tre altari per lato; la cupola del presbiterio è uno degli elementi inconfondibili dell’immagine urbana. Tra le opere d’arte ricordiamo il bel cassettonato ligneo dorato; la tomba, del conte Ludovico Artus, morto nel 1370, dovuta a maestranze napoletane; la splendida tavola con la Deposizione dalla croce, attribuita al periodo giovanile di Silvestro Buono, interessantissimo pittore attivo in Campania negli anni intorno il 1550; gli affreschi di Tommaso Giaquinto (allievo di Luca Giordano, attivo in S. Agata dal 1698 alla morte); l’eccezionale pavimento maiolicato settecentesco firmato da Giovanni e Antonio Massa; i numerosi dipinti settecenteschi degli altari tra cui spicca l’Annunciazione (Giaquinto, firmata e datata 1702). Altre opere d’arte provenienti dalla chiesa sono esposte nel Museo Diocesano, nella chiesa del Carmine (coppia di angeli in legno policromo, sec. XVI; croce reliquiario, in legno, con intarsi di madreperla, avorio e altri legni pregiati, lavorata a Gerusalemme in ambito francescano, anteriore al XVII sec; statua lignea policroma dell’Immacolata, di Silvestro Jacobelli, attivo nelle province napoletane nel ‘700, prima di trasferirsi in Messico ove divenne artista famoso). Al chiostro del convento, ristrutturato nel Settecento, quadrato con arcate su pilastri, si accede dal bel portale barocco in pietra, del 1747. Il campanile è di impianto rinascimentale.
Testo: Pietro Di Lorenzo