Nola (NA) – Chiesa di S. Biagio

Detta anche di Maria SS. della Misericordia, sorge sul luogo in cui, già alla fine del sec. XIII, la contessa Margherita Aldobrandeschi di Soana, moglie di Guy de Monfort (conte di Nola) aveva fondato una cappella dedicata a S. Margherita. Nicola Orsini, pronipote per parte di madre della fondatrice, vi eresse la chiesa di S. Francesco con annesso convento omonimo poi divenuto celebre per gli studi teologici. Soppresso nel 1807, nel periodo francese il convento divenne caserma di cui la chiesa fu la stalla. Nel 1826, la Congregazione della Misericordia ottenne la proprietà della chiesa che in breve risorse, divenne parrocchia ed ebbe l’attuale doppia titolazione. Nel 1941, i Minori Conventuali ritornarono nel loro antico convento. La facciata, assai squilibrata dalla doppia coppia di paraste, denuncia la sottostante struttura portante ancora gotica, sostanzialmente rimasta immutata. Della configurazione originaria resta il bellissimo portale tardogotico (fine sec. XIV) con le sculture della Vergine col Bambino e i santi Pietro, Paolo, Francesco e Brigida di Svezia; la lunetta affrescata è della fine del sec. XVIII. L’interno è ad navata unica con sei cappelle laterali, il tutto rivestito da stucchi rococò eseguiti alla metà del Settecento sovrapposti alle strutture gotiche. Queste sono perfettamente conservate e visibili dietro l’altare maggiore e l’abside rococò. Ivi è la bella abside originaria dalle slanciate nervature sotto le quali è la cassa in gotico fiorito del sepolcro del committente, il conte Nicola. Coevo o appena posteriore è il bel campanile a coronamento piramidale, al cui piano terraneo sono frammenti di affreschi attribuiti al Maestro delle storie di S. Elisabetta in S. Maria Donnaregina. La sagrestia conserva le sepolture degli Albertini (prima metà del sec. XVI) in cui spicca la bella Adorazione dei Magi e la statua di Fabrizio (attribuita ad Annibale Caccavello). Nella cripta sono emersi nel 1989 le strutture degli “scolatoi” di sepoltura e resti di un impianto termale di epoca imperiale e di una domus del III sec.
Testo: Pietro Di Lorenzo