Caserta (CE) – chiesa di sant’Andrea in Puccianiello

Nella bolla di Senne (1113) compare la prima citazione del toponimo “de Puczanello” proprio legata alla chiesa di sant’Andrea: infatti, sono ritenuti documenti falsi di Francesco Maria Pratilli le donazioni datate al X secolo. Puccianiello fu feudo dei Vescovi di Caserta forse dall’età normanna fino a poco prima del 1587: nei pressi della chiesa è ancor oggi i palazzo Vescovile, alienato nei primi decenni del 1700 da mons. Giuseppe Schinosi.

La chiesa risulta anche nelle Rationes Decimarum (1308-10 e ’26). L’attuale edificio di culto è di aspetto complessivamente Otto-novecentesco. Nonostante i diversi rifacimenti conserva testimonianze molto più antiche: infatti, probabilmente le strutture murarie medievali furono prima mantenute e poi rimaneggiate ampliandone i volumi.: particolarmente rilevanti furono i restauri del 1618, di fine 1600 e forse degli anni 1760-’70. Una prova ne è l’arco ogivale in controfacciata, con i resti di un affresco tardogotico (Madonna del Bambino), rimaneggiato da Francesco Bernardo (1950); gli altri affreschi (4 ovali) della navata principale sono di Luigi Taglialatela (1925).

La chiesa oggi appare a tre navate e fu così almeno dal 1795, come riportato in Esperti. Le navate sono divise da tre arcate su pilastri; la navata centrale ha un moderno soffitto piano. Presbiterio e cappelle terminali delle navate sono coperta da cupole emisferiche su tamburi, risalenti ai lavori di inizio 1600. Della seconda metà del 1500 è la splendida macchina lignea dorata con la tavola di Decio Tramontano “Cristo portacroce, simboli della Passione e Santi”; la cimasa raffigura Dio Padre; la predella predella mostra l’Eucarestia e i confratelli incappucciati; ai lati sono San Francesco e Sant’Andrea.

L’icona della Madonna Bruna (ritenuta antichissima per tradizione popolare) è forse dei primi del 1700. Di grande interesse sono i dipinti secenteschi (Madonna con anime del Purgatorio e Immacolata) e gli stucchi coevi (cappella di testa della navata sinistra e 3a cappella di quella destra); 1760-70 quelli dal tema mortuario della cappella del Purgatorio (2a a sinistra). L’altare maggiore in marmi policromi è di cultura tardobarocca settecentesca.

testo e fotografie: P. Di Lorenzo [gennaio 2015]