Casaluce (CE) – Castello e santuario

Il toponimo è noto già dal 964, ma il castello (senza dubbio normanno) per tradizione si fa risalire alla volontà di Rainulfo Drengot, primo conte di Aversa (1024-1030). L’assenza nelle fonti normanne e sveve ha suggerito l’ipotesi una distruzione. Venuto in possesso di Raimondo del Balzo nel 1359, fu da questi ricostruito e donato nel 1360 all’ordine dei Celestini, a scioglimento di un voto. Fu monastero fino alla soppressione murattiana (1808). Probabilmente, si collocava all’interno di un recinto poco più ampio (oggi occupato da case moderne) di cui resta l’arco del varco principale. Ha pianta quasi quadrata (70 m di lato) con torri angolari ed è difeso da un fossato. I prospetti esterni sono articolati in arcate (specie quello Nord) e punteggiati da monofore medievali databili tra il XIII e il XV secolo. Mediante un ponte (oggi in muratura) si accede ad un primo cortile su cui affacciano ambienti ristrutturati nel 1700, segnalati dalle cornici delle finestre. Il chiostro principale ha archi acuti su pilastri e si sviluppa su due altezze. L’ala sud del complesso originario ospita la chiesa (facciata ad ovest) preceduta da un portico originariamente più alto e più esteso verso destra di una campata. Ospitava gli affreschi di Niccolò di Tommaso nel 1373-75 e staccati (nel 1971) con le storie di San Guglielmo di Gellone e del servo, il gigante saraceno Rinoardo, poi miracolosamente convertito. A sinistra è la sinopia dell’affresco di San Pietro celestino oggi in sagrestia, anch’esso dello stesso pittore. Il portale in marmo ha gli stemmi dei committenti (Del Balzo – D’Apia) e un arcosolio gotico che conserva un gruppo scultoreo (Madonna in trono col Bambino, due angeli reggi cortina e i santi Giacomo maggiore e Giovanni evangelista, attribuiti alla bottega di Pacio e Giovanni Bertini). L’interno è a navata unica coperte da 4 volte a crociera affrescate con tondi coi busti di santi in tondi su cielo azzurro. Gli affreschi interni sono attribuiti ad un maestro di cultura fiorentina e a suoi collaboratori attivi forse poco dopo il 1364. Quelli della prima cappella raffigurano storie di Sant’Antonio abate, degli apostoli Giacomo maggiore e Giovanni Evangelista e San Pietro Celestino con una Pietà e i committenti. La seconda cappella ha affreschi sulla vita di Gesù dalla Visitazione alle nozze di Cana riferibili. Quelli della controfacciata (coronazione di Maria) sono dell’anonimo cosiddetto Maestro dell’Incoronazione di Casaluce (forse il titolare del cantiere pittorico) e di suoi aiuti. L’icona della Madonna (sec. XIV) tradizionalmente risiede alcuni mesi in Aversa. La decorazione medievale fu completamente ricoperta ed in parte distrutta dai restauri settecenteschi (stucchi della navata e delle cornici delle finestre, altare maggiore e altari laterali, decorazioni della cappella delle idrie). Le due idrie miracolose in alabastro (tradizionale l’identificazione con quelle delle Nozze di Cana) sono opere romane del III sec. d.C.