Capua (CE) – Chiesa e Convento di S. Caterina

Nello stesso luogo (l’ansa fluviale del Volturno in Capua) è accertato un antico luogo di culto fuori dalle mura, fin dall’epoca longobarda. Ivi nel 1107 si stabilì una confraternita devota di S. Nicola di Bari, ma non vi fu eretta alcuna chiesa; essa sorse solo nel 1383, ad opera della nobiltà capuana. Nel 1420 per ospitare i Francescani di Capua, troppo costretti nell’antica sede di S. Antonio, fu costruito il convento, ad opera di un frate forse umbro. Nel 1510, le maggiori famiglie nobili capuane, finanziarono la costruzione del chiostro rinascimentale. Nel 1610 si iniziò la costruzione delle navate laterali, voltate, e del portico ad archi ribassati su due ordini. La chiesa, dopo il restauro, ha ripreso l’aspetto tardogotico. Il bel portico a due livelli (tipico delle chiese claustrali del Meridione) inquadra un portale quattrocentesco. Nell’atrio aperto, sono le tombe degli Attendolo, discendenti dell’antica famiglia milanese (Attendolo Sforza) costretti a rifugiarsi a Capua alla fine del 400. Esponente illustre del ramo capuano, l’architetto Ambrogio Attendolo. L’interno, oggi a tre navate è piuttosto squilibrato nella volumetria dall’apertura della due navate laterali (quella sin realizzata a scapito di un’ala del chiostro), non certo bellissime né come concezione (si collegano alla principale mediante pesanti arconi su pilastri) né per realizzazione tecnologica (la posa in opera delle volte non è delle migliori, presentando asimmetrie). Bellissima risulta, invece, la parte presbiteriale, aperta da uno splendido arco trionfale in tufo grigio, poggiante su raffinati capitelli. Molto bella l’abside, poligonale e coperta con volte ad ombrello, con monofore. Sempre voltati a nervature le cappelle laterali e tutto il transetto. Di notevole nella chiesa non è v’è nulla, dopo la rimozione delle principali opere di scultura, oggi conservate nel Museo Campano. Di particolare eleganza è il chiostro rettangolare, ad arcate su colonne impostate su alti plinti su cui finemente scolpiti gli stemmi delle nobili famiglie capuane titolari di privilegi nell’arciconfraternita, e i vessilli della città di Capua (la croce cristiana e la coppa di serpentelli di origine pagana).

Testo: Pietro Di Lorenzo