Airola (BN) – Chiesa di S. Domenico

Nel 1743, i Padri Domenicani, che dal 1498 dimoravano nel monastero sito sul monte Taburno, per la pericolosità del luogo, chiesero agli amministratori di Airola di scendere a valle per stabilirvisi. Ottenuto quanto richiesto, abbandonarono la struttura monastica del Santuario sul Taburno e si trasferirono nell’attuale luogo. Ad Airola edificarono una chiesa con annesso monastero e intitolarono la nuova costruzione al loro santo fondatore, San Domenico. Durante l’occupazione napoleonica, i Domenicani seguirono la sorte degli altri ordini monastici, subendo la soppressione e la perdita di tutti i loro beni. Il 26 ottobre 1813, la chiesa e il monastero furono donati al Comune di Airola. Dopo la donazione, il Decurionato di Airola nominò un rettore della chiesa con l’incarico di celebrarvi le funzioni religiose. Ritornata la chiesa alla sua funzione, il resto del complesso di San Domenico fu destinato ad ospitare gli uffici comunali, la gendarmeria e il carcere mandamentale. Dal 1867 al 1970 la chiesa è stata anche sede dell’Arciconfraternita del Rosario. La chiesa, la seconda per grandezza tra quella di Airola, è a navata unica. Dei sette altari originari, oggi se ne possono osservare solo cinque: due sul lato destro della nave, due collocati nel transetto e il maestoso altare maggiore arricchito di marmi policromi. Sull’altare maggiore è la statua raffigurante la Madonna del Taburno che, secondo alcuni studiosi, potrebbe essere l’originale statua custodita dai Domenicani sul Santuario del Taburno. Con decreto del 10 febbraio del 1967, Mons. Ilario Roatta, vescovo di Sant’Agata de’ Goti, riunì le parrocchie di San Giovanni Battista e San Donato nella chiesa di San Domenico, La chiesa, dopo il sisma del 23 novembre 1980, fu chiusa al culto; gli uffici comunali, ospitati nel monastero, furono trasferiti altrove. Dopo venti anni dalla chiusura, il 17 dicembre 2000, la chiesa è stata riaperta al culto come sede parrocchiale affidata ai frati francescani del convento di San Pasquale.
Testo: (Giacomo Rivetti, Pro Loco di Airola)