Caserta (CE) – Chiesa di San Lorenzo Martire in Casolla

Essa compare per la prima volta nella bolla di Senne, arcivescovo di Capua, a delimitazione della Diocesi di Caserta (1113); successivamente è citata nel privilegio di papa Alessando III (1139). Non se ne hanno descrizioni antiche né si ha certezza della sua erezione su un più antico luogo di culto, forse al centro di un borgo (borgo che compare citato solo dal 1298, nonostante i numerosi reperti archeologici di spoglio e la strada di attraversamento verso Casa Hirta). Del primitivo edificio religioso si presume un differente orientamento, con la facciata verso la strada e l’asse ad essa ortogonale. A questa prima costruzione ad aula dovrebbe risalire l’arco, su frammenti di bellissime colonne di spoglio e capitelli altomedievali, riportato alla luce successivamente al crollo del pulpito addossato alla parete sinistra della navata dopo il terremoto del 1980.

Nel 1620 fu realizzata la struttura architettonica dell’edificio odierno, cui si accede dal portale manieristico in piperno, e da un più solenne portale barocco del 1649. La navata principale è infatti affiancata a sinistra da un’altra navata di dimensioni simili, mentre sul fianco destro si succedono quattro cappelle. La prima sulla destra è coperta da cupola, con interessanti affreschi e stucchi tardorinascimentali. Le altre hanno begli altari e tele barocche. Da segnalare la straordinaria macchina lignea dorata con la tavola dell’Annunciazione, databile al XVI secolo (primo altare sinistro), e quella altrettanto interessante della Madonna del Rosario, seicentesca (terzo altare sinistro). La zona presbiteriale, con lo splendido altare barocco in marmi commessi, era completamente decorata da affreschi a finte prospettive, risalenti ai lavori promossi dopo l’erezione ad Arcipretura nel 1751. Di essi, purtroppo danneggiati dal crollo della volta, restano pochi frammenti. Sulla parete di fondo è una tela di ambito stanzionesco con la Madonna col Bambino e san Lorenzo Martire; in basso è il committente. Sul retro del presbiterio è la sede della Congrega della Madonna dei Sette Dolori, settecentesca.

L’aspetto attuale è sostanzialmente quello conseguito a seguito dei restauri finanziati dalla pubblica amministrazione borbonica tra il 1859 e il ‘61. In facciata fu occluso il finestrone antico e rifatto l’intonaco, sottolineando gli spigoli verticali con il bugnato in leggero aggetto. L’interno fu voltato a botte (sostituendo il soffitto piano) regolarizzando la geometria delle aperture della cappelle verso la navata con archi inquadrati da lesene neoclassiche coronate da capitelli ionici. Dopo il sisma del 1980 il ripristino ha proposto l’attuale soluzione delle capriate a vista.

Testo: Pietro Di Lorenzo