Colle Sannita (BN) – Chiesa dell’Annunziata

Si dice fondata da Niccolò Scillato (metà sec. XIV) e conserva straordinarie testimonianze artistiche del periodo medievale e rinascimentale, nonostante i danni subiti nei secoli, dovuti ai frequenti terremoti dell’area appenninica ed ai rifacimenti per mutate esigenze estetiche. Sicuramente rilevanti i lavori realizzati intorno al 1575 (data dell’altare del Rosario) e intorno al 1690 (documentati dalla lapide di consacrazione dell’altare maggiore). La chiesa è ad aula unica, con copertura a capriate, sostenuta da grandi archi di sostegno trasversali. La semplice facciata a capanna è coronata da un campanile a vela (a doppia apertura) ed è aperta da un semplice portale tardo rinascimentale. Sul fianco esterno destro è un altorilievo, probabilmente rinascimentale, raffigurante un personaggio femminile, forse una sirena. Le decorazioni scultoree dell’interno oscillano in modo ambiguo tra il gusto medievale e quello rinascimentale, anche per il riuso e l’imitazione di materiali medievali di spoglio, provenienti dall’abbazia di S. Maria di Decorata. E’ il caso dello splendido altare maggiore, coperto da un ciborio sostenuto da tre archi dentellati (quelli laterali sono arricchiti da un architrave scolpito), poggianti su quattro colonne, di cui le due posteriori addossate alla parete e riccamente scolpite. L’impostazione dell’opera è chiaramente rinascimentale, così come la maggior parte delle decorazioni della parte sommitale (cornice a dentelli, altorilievi floreali etc.) e della cimasa (le tre sculture raffiguranti, da sinistra, l’Arcangelo Gabriele, l’Eterno Padre con lo Spirito Santo, e la Vergine Annunziata. Invece, di ispirazione piuttosto arretrata e di realizzazione senz’altro differente altri particolari (per esempio i due leoni stilofori) tanto da far supporre si tratti di lavori più antichi. Decisamente medievale, poi, è il bassorilievo posto nell’angolo posteriore destro raffigurante l’Annunciazione. Anche l’apparato pittorico del ciborio è interessante. E’ databile alla seconda metà del secolo XVI e mostra, nella volta, l’Incoronazione di Maria Vergine e la Trinità; nelle vele, quattro tondi raffiguranti i santi Giuseppe, Giovanni Battista, Antonio da Padova e Stefano Protomartire. I frammenti di affresco apparsi sulla parete di fondo sono di schietta fattura popolare del sec. XV, in particolare la scena dell’Annunciazione, sul cui lato destro c’è una rappresentazione simbolica della chiesa stessa. La balaustra rinascimentale in pietra chiude l’area presbiteriale che conserva, sulla parete frontale sinistra, altri frammenti di affreschi, probabilmente dipinti nella seconda metà del ‘400, con un gustoso particolare di uomini in difficoltà tra i flutti, ai piedi di un personaggio togato (perduto). Ugualmente interessanti sono i due amboni, riccamente scolpiti, composti da frammenti medievali assemblati e ricomposti con l’ausilio di parti scolpite ex novo nel secolo XV, riunendo così in una composizione originale ma decisamente ambigua di stilemi e formule iconografiche assai distanti per ispirazione ed epoca. Infatti, ad eleganti decori tipicamente rinascimentali (per esempio, le candelabre delle paraste di fondo di quello di destra) si accostano elementi medievali di robusta plasticità (i grifoni ed i leoni stilofori rispettivamente dell’ambone sinistro e destro) e di sintetica concezione (le palme stilizzate sulle colonne di quello di sinistra). Altri elementi di interesse sono le due acquasantiere ai lati dell’ingresso, il lavabo rituale nella sagrestia e le colonne erratiche, ora ubicate in un vano del pavimento.
L’altare del Rosario è opera scultorea dello Stravato (iscrizione lo data al 1575), autore anche dell’altare maggiore della Collegiata di S. Giorgio (poi modificato nel Settecento). Le decorazioni sono tutte ispirate ai modi classici del rinascimento meridionale, pur con accenti di grevità e di provincialità nell’impostazione delle figure (altorilievo con la scena dell’Annuncio e cornici esterne superiori). Inoltre, richiamano ancora il gusto medievale, i santi Pietro e Paolo le cui superfici sono dipinte a forti colori (intradosso delle paraste che sostengono l’arcata, rispettivamente a sinistra e a destra). I peducci di base raffigurano due sirene. La tela (lavoro del secolo XVII, adattato alla collocazione attuale) raffigura la Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena, in secondo piano, quelle di Carlo Borromeo e Caterina d’Alessandria. Intorno, a mò di cornice, sono dipinti i 15 Misteri del Rosario.
Tra le opere pittoriche è di bella fattura la tavola manieristica dell’Annunciazione (fine sec. XVI, ma ridipinta in molte parti), con la splendida cornice lignea coeva, intagliata, dorata e dipinta e la tela con la Natività della Vergine (settecentesca).

Testo: Pietro Di Lorenzo