Casapulla (CE) – chiesa di Sant’Elpidio

 

La prima citazione della chiesa fu nel 12 secolo (documento notarile del 1156 e bolla di Alessandro III del 1173). La chiesa è documentata con continuità nei secoli successivi anche se intervennero modifiche, forse molto radicali. Solo così si può motivare la consacrazione celebrata nel 1467. Le forme attuali si devono a due interventi. Il primo fu realizzato tra il 1733 e il 1758 e comportò il rifacimento dell’area presbiteriale. Dal 1789 in tre anni la chiesa fu completamente ricostruita, più alta e lunga, su progetto di Domenico Brunelli.

La facciata fu realizzata da Domenico Brunelli tra il 1791 e il 1811. E’ tripartita da paraste. Un importante cornicione in stucco la delimita verso l’alto. La parte corrispondente alla navata centrale è sopraelevata e coronata da un timpano rettangolare, contrapposto al timpano curvilineo posto in corrispondenza verticale, al primo livello. Ai lati della facciata sono due pinnacoli piramidali, raccordati alla parte centrale da una coppia di elementi curvilinei. A sinistra si eleva il campanile (iniziato nel 1697) a pianta quadrata, a quattro livelli, coronato da cuspide a bulbo, maiolicato. Il livello inferiore è formato da blocchi di calcare di spoglio, probabilmente provenienti dall’anfiteatro di Capua antica o da altri edifici monumentali di età classica.

La chiesa è a tre navate, divise da pilastri, con 4 arcate per lato. Ha una raffinata decorazione neoclassica a stucco, certamente coeva all’intervento di ampliamento realizzato da Brunelli. La navata principale è a botte, L’abside semicircolare chiude un profondo presbiterio, coperto da cupola ribassata cieca. Le navate laterali sono articolate da coperture a cupole schiacciate ed ospitano altari e tele settecentesche. Di particolare interesse sono le due cappelle, simmetriche e gemelle, che affiancano il presbiterio, con decorazioni e tele di ambito solimenesco (1740-50) Alle pareti laterali del presbiterio sono due cantorie lignee gemelle; l’organo, anch’esso di fine 1700, è collocato in quella di destra, l’altra ha solo una mostra d’organo priva dello strumento. L’altare in marmi commessi è del 1755 (L. Vecchione). Sull’altare maggiore è una tela di Paolo de Maio; ai lati sono due tele di D. Mondo. Il fonte battesimale (con vasca in breccia) è posto all’inizio della navata principale, al di sotto della cantoria. Originalissimo il disegno delle due acquasantiere, anch’essa in breccia.

La cappella di maggior rilievo storico-artistico è la prima della navata sinistra. Fu fondata negli anni 1630 ma come semplice altare. Forse dagli anni 1660 ma comunque entro 1693 Ha pianta a croce greca con cupola emisferica all’incrocio dei bracci. L’aspetto attuale risale alla straordinaria decorazione a stucco e ad affresco realizzata da Tommaso Giaquinto che si firmò e dato nel 1701.

La tavola dell’altare maggiore (Madonna delle Grazie con anime del purgatorio e angeli) è certamente opera precedente, da datarsi intorno agli anni 1650. Singolare è la vicenda della tela della Vergine col Bambino e Sant’Anna, del 1672. Oggi è esposta al centro del braccio sinistro perché, durante il suo restauro, sulla parte retrostante della tela fu scoperto un altro dipinto databile ai primi del 1600; reca la Vergine Maria, parte della scena dell’Annunciazione. Sulla parete laterale del transetto destro è una tavola tardomanierista con Sant’Eufemia (la data 1676 potrebbe essere una erronea ridipintura della data 1576, decisamente più coerente con lo stile dell’opera). Nella cappella dedicata al culto dei santi è la Trinità, opera del 1722 di P. Oliveto.

Testo e immagini: Pietro Di Lorenzo (settembre 2020).